Litmanen: “Roma, stai attenta Helsinki è una trappola”

HELSINKI – Se il destino non ci avesse messo lo zampino, 25 anni fa, chissà come sarebbe cambiata la storia. La sua, quella di Francesco Totti, quella della Roma e dell’intero mondo giallorosso. Occorre riavvolgere indietro il nastro dei ricordi: inverno 1997, Jari Litmanen, secondo l’allenatore giallorosso Carlos Bianchi, è «il più forte giocatore al mondo. Senza alcun dubbio, l’unico in Europa capace di farci fare il salto di qualità». Gioca nell’Ajax e il tecnico argentino vuole convincere il presidente Franco Sensi a portarlo a Roma, sacrificando il ventenne Totti per mandarlo in prestito alla Sampdoria a farsi le ossa. Sensi non è convinto (eufemismo) e Francesco gli dà ragione, giocando da campione il Torneo Città di Roma. Dove, tra gli avversari, c’è proprio Litmanen. È il 9 febbraio del 1997 e da quel giorno Totti non è mai stato – davvero – vicino a lasciare la Roma (corte del Real compresa). Chissà, però, se Jari Litmanen, il talento più puro prodotto dal calcio finlandese, è stato mai davvero vicino a vestire la maglia giallorossa: «Se ne è parlato, è vero – conferma – , ma la verità è che a me sarebbe piaciuto giocare con Totti, non al posto suo».

Eppure sembrava che lei sarebbe arrivato solo in caso di partenza di Francesco.
«Come città Roma è una delle mie preferite, molto bella, con tante cose da vedere. Ci sono stato spesso da turista e ho giocato all’Olimpico con Ajax e Liverpool. Sono partite che ricordo bene, tutte, per lo più, vinte. E ricordo bene anche quando si parlava del mio trasferimento: penso che avrei potuto giocare facilmente con Totti, ci saremmo integrati. Il tempismo, però, non c’è mai stato. Stessa cosa per quanto riguarda altri club italiani. Mi sarebbe piaciuto giocare in Serie A, negli Anni Novanta e primi Duemila era il campionato più bello, poi però quando ho lasciato l’Ajax sono andato al Liverpool e al Barcellona».
Oggi la Serie A le piace meno? Magari perché è un campionato dove la tecnica non è più quella di una volta e lei ne aveva da vendere.
«Io seguo tutti i campionati, per lo più Premier e Liga, devo ammettere».
In Italia c’è Mourinho, che lei conosce bene.
«È un tecnico che ha sempre fatto un ottimo lavoro, ovunque, uno dei più grandi allenatori di questi anni. Lo conosco, so quanto può dare, a Barcellona nel 1999-2000 siamo stati insieme, parlo di lui perché so chi è, cosa ha fatto e cosa può fare».
Della sua Roma cosa pensa?
«L’ho vista, ci sono tanti italiani validi come Pellegrini o Cristante e tanti stranieri interessanti come Dybala, che naturalmente conosco dai tempi della Juventus, o Wijnaldum, che ho seguito quando era al Liverpool. Può solo migliorare».
Domani la Roma giocherà nella sua Finlandia, a Helsinki: cosa può dirci del calcio finlandese?
«Sta migliorando continuamente, i migliori giocatori sono all’estero nei campionati più grandi, sono fiducioso».
E degli avversari della Roma?
«L’HJK è il club più grande della Finlandia e ha anche i migliori giocatori. Hanno una grande rosa con alcuni giovani talenti e alcuni giocatori esperti. Non c’è un giocatore più forte di altri, ma possono rendere la vita difficile alla Roma, specialmente in casa».
Dove c’è un campo sintetico.
«Vero, è un terreno completamente diverso specialmente se il giocatore non ha esperienza in merito. Può favorire chi ci gioca sempre».
Ultima domanda: cosa fa oggi Jari Litmanen?
«Segue il calcio, vive in Estonia e va spesso in Finlandia, ad esempio per delle trasmissioni televisive in occasione della Champions League».


Iscriviti al Fantacampionato del Corriere dello Sport: Mister Calcio CUP

Precedente Juve, il nodo sono le scritture nascoste Successivo Milan, adesso serve che si svegli anche De Ketelaere